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SpkTeatro

SENZA PARLARE

Quando:

Venerdì 21 aprile, ore 21

Dove:

Teatro Auditorium Aldo Moro - Via Traversagna 4, 33084 Cordenons PN

SENZA PARLARE


Scritto e diretto da Lisa Moras
con Caterina Bernardi e Alessandro Maione
Scenografia e costume Stefano Zullo
Sound, light and projection design BIAS
Produzione SpkTeatro – Teatro Verdi Pordenone e Centro Benedetta d’Intino
Con il sostegno di Fondazione Friuli

Come si fa a comunicare quando non si può parlare?

Senza Parlare è la storia di un’adolescente e di suo fratello maggiore, Sara e Marco. Sara però non è un’adolescente qualunque, sta per compiere 18 anni e non ha mai detto una parola in vita sua. Non perché non vuole, cioè, sicuramente è in un’età in cui non ha molte cose da dire, soprattutto agli adulti, che è certo che a quell’età non ti capiscono. Lei è disabile, non può parlare, non può fare gesti e dipende completamente dagli altri. Oggi, nel giorno del suo compleanno, diventa grande e si mette in relazione con una nuova fase della sua vita e di quella di suo fratello Marco.

Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Questa è la storia di un giorno nella vita di due fratelli che si amano, si odiano, litigano, crescono. Oggi è il giorno in cui si diventa grandi, i sogni sono più vividi, più concreti, più decisi. “Non sono più una bambina”, vorrebbe gridare Sara a Marco, nel giorno del suo compleanno. Fino a ieri uno sguardo era sufficiente, per capire di cosa aveva bisogno Sara, durante la sua infanzia. Ma l’adolescenza è un’altra cosa, non basta guardarsi, bisogna comunicare. Ed è qui che ritroviamo i due fratelli, alle prese con il tentativo di capirsi e di evolvere un rapporto che per quanto indissolubile, ha bisogno di crescere, da entrambe le parti.

Quindi questa è una storia che parla a tutti, fratelli, sorelle, amici, figli, genitori, perché è la storia di come finiamo per riconoscerci nell’altro, la storia dolce amara di un affetto che non è scontato. Il racconto semplice delle difficoltà che abbiamo tutti per farci capire. È un invito ad essere presenti a sé stessi. È anche una storia di disabilità e di adolescenza. Che non è la storia della protagonista ma la sua condizione.