L’invasamento collettivo nel cortocircuito vero-falso e il mistero di alcune morti mai chiarite. Tre studenti burloni e un
pittore-portuale dalla vita maledetta. Uno spaccato sociologico sull’Italia d’allora e tantissima, memorabile, comicità involontaria: ecco gli ingredienti di quello che fu definito “lo scherzo del secolo”…tutto questo è Trovato una sega, un modo tragicomico per ridere del nostro Paese sempre sull’orlo del grottesco.
Antonello Taurino da anni dirige e interpreta spettacoli comici che hanno solcato i maggiori Teatri italiani tra cui Il Piccolo di Milano, è anche docente in corsi sull’uso di tecniche teatrali a beneficio dei più diversi ambiti lavorativi: scuola,
cantieri, centri sportivi. Dal 2016 è docente del corso di scrittura comica presso “Zelig Cabaret”.
PREMIO NAZIONALE “CALANDRA” – 2017 e “PREMIO MIGLIOR REGIA” e “PREMIO GIURIA POPOLARE”
di e con Antonello Taurino
Dalle ore 20.00 durante l’aperitivo offerto da SPK potrai bere i vini di
Accompagneranno i gustosi manicaretti a cura di
Protagonista assoluto di questa storia è il Caso, che infilò in quell’estate una successione di eventi fortuiti talmente meravigliosa che la
drammaturgia è già perfetta di suo. Alcune coincidenze sono così incredibili che si stenta a crederci: da lì, l’idea dello spettacolo per
“Attore e Proiettore”, quasi che le immagini dell’epoca testimoniassero della veridicità degli episodi raccontati.
Dal comico al drammatico, dalla farsa alla tragedia, nella galleria di personaggi non manca davvero nessuno. In più, quasi come in
“Romeo e Giulietta”, questa storia è anche una specie di guerra tra vecchi e giovani. Per tutto ciò, lo spettacolo non poteva che
indirizzarsi verso un divertito mimetismo di tutti i personaggi che l’hanno popolata, a partire dalla calda e caratteristica parlata livornese:
per dare voce, a scopo comico o meno, l’umanità dei personaggi al di là del taglio documentaristico di alcuni tratti dello spettacolo.
Clamorosa la sconfitta, ridicola e senza appelli, dei grandi critici: una batosta solenne per un certo tipo di cultura altezzosa. Ma questa
farsa ha fornito anche spunti di riflessioni più generali sul senso dell’arte nella società contemporanea: erano i goderecci e rampanti anni
’80, pieni di decisionismo cialtrone e di emergenza arruffona in cui sono chiari i segni – se non già i semi – della nostra attuale deriva.
“Non credo di esagerare nel dire che “Trovata una sega!” è uno spettacolo geniale. Divertentissimo, preciso, ironico: arrivi alla fine e
vorresti che Antonello, unico attore/affabulatore in scena, continuasse a parlarci ancora della beffa!”
(D. Daria, “CORRIERE DELLO SPETTACOLO”)
“La celebre storia delle finte teste di Modì viene restituita con ironia a dispetto di un pattern di accadimenti molto complesso. Il “test”
funziona in platea e nei passaggi più assurdi ma reali, sono numerosi i bisbigli, gli scuotimenti di capo, i «non ci posso credere»”
(Andrea Pocosgnic, “TEATRO&CRITICA.net”)