Dedica a Tina Merlin staffetta partigiana
di Serena Di Blasio
con Serena Di Blasio e Nicoletta Oscuro regia di Massimo Somaglino
produzione Arci Territoriale Udine e Pordenone – Teatro della Sete – Udine
“Ognuno costruisce e ricostruisce la propria esistenza lungo l’intero arco della vita”
Tina Merlin
Trichiana 25 aprile 1960. Casa di Tina.
Mentre all’esterno dell’abitazione il paese sta festeggiando l’anniversario della Liberazione, Tina è in casa a lavorare. Sta scrivendo una serie di racconti sulle staffette partigiane.
Riceve la visita di Wilma, una delle protagoniste degli eventi narrati nel suo libro. Davanti alle due donne si materializzano alcuni accadimenti del 1945, anno che vide la nascita e lo sviluppo della loro amicizia. Legate da ideali e speranze comuni, le due avevano interrotto bruscamente la loro amicizia a causa di un tragico evento nelle quali erano state entrambe coinvolte. Dopo dodici anni di silenzio Wilma si presenta alla porta di Tina, con l’intento di confessare i motivi che l’hanno spinta a quell’allontanamento. Una storia di amicizia. Un confronto tra gli ideali e gli interessi personali. E in scena due attrici in un dialogo serrato in cui si mettono in campo sentimenti, ricordi, speranze e disillusioni.
Note di regia
Io credo che questa sia una storia che racconta i cambiamenti.
I cambiamenti delle persone.
Più precisamente racconta di come un avvenimento epocale ed intensamente drammatico quale è stata la seconda guerra mondiale, l’occupazione tedesca dell’Italia settentrionale, la Resistenza possa cambiare profondamente le persone, dividere la loro esistenza in un “prima” ed un “dopo”, trasformarle nel carattere e nel modo di affrontare la vita. A scene alterne vediamo il “prima” ed il “dopo” di due donne. Due momenti diversi della loro vita.
Le vediamo giovanissime fare la loro parte nella Resistenza, combattere per garantire a loro stesse e a quelli che verranno una vita migliore, libera dall’invasione, dalla schiavitù, dalla miseria, ciascuna mettendo in campo la propria straordinaria energia di ventenni piene di speranza, di aspettativa, di desiderio per il futuro di una generazione e di una nazione intera.
Dodici anni dopo, le ragazze non sono più le stesse. La società è cambiata ma non abbastanza, il loro ruolo di donne nel pubblico e nel privato non è quello che si aspettavano, i loro sogni sono stati traditi.
Anche il loro rapporto porta con sé un mistero, un “non detto”, una responsabilità reciproca che può spiegare un dolore e una separazione durata dodici lunghi anni.
E il chiarimento si fa necessario.
D’accordo, il mondo non cambia per questo, ma il nuovo incontro fra le due donne aggiunge un tassello al quadro, e per entrambe sarà un po’ più prossima la liberazione.
Massimo Somaglino