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Di e con ANTONELLO TAURINO Scritto con CARLO TURATI

Un professore di una scuola di frontiera viene sospeso dal servizio, anche se non si capisce bene perché. Metodi didattici troppo bizzarri? Può essere, ma del resto, come fare per accendere quel minimo sindacale di interesse in classi terremotate e multirrazziali, multireligiose, multilinguistiche, multiproblematiche ma, soprattutto, monoimpreparate?

Non è il Vietnam, no, ma sicuramente è un mondo senza né Garroni né lieto fine, che a volte pare sorretto solo dall’eroismo dei singoli e dove forse conviene mettere da parte il rigore istituzionale e provare a battere altre strade. Sì, perché l’autore Antonello Taurino, docente precario di giorno e attore altrettanto precario di sera, filtra il tutto attraverso lo sguardo (e poggiando sul vissuto autobiografico) di un professore che è anche comico. Così come Carlo Turati, che alterna l’insegnamento alla scrittura per tanti grandi comici. Attor comico e insegnante: due mestieri, che, a volte, non sono poi così diversi.

In fondo, se “la Classe non è acqua”, quella del docente non è forse una declinazione dell’arte dell’attore? E una lezione non è una forma particolare di spettacolo? Fare il prof. nella “Buona Scuola”, in una pessima scuola di periferia, è una fatica di Tantalo: ma se sopravvivi, ne esci capace di recitare Ionesco all’Oktoberfest, affrontare Shakespeare tra i rutti del pubblico o rendere Pirandello interessante anche al pubblico di Martufello. E allora il prof. osa innovare, tanto.. forse davvero troppo, ha esagerato, come comincia a profilarsi man mano che procede il racconto paradossalmente esilarante dei suoi aneddoti, che rendono anche ai non addetti ai lavori il grottesco di una situazione purtroppo reale. Al punto che il prof. incarna davvero un’emergenza sociale, con quelle nevrosi tipiche del burning-out cui è soggetto chi svolge questo mestiere. E, ironicamente, racconta anche del Web, delle tre “I” dell’innovazione scolastica (“Internet”, “Inglese” e “Il culo me lo faccio io”), di una generazione iperconnessa che non sa distinguere un cateto da un catetere, ma che sa googolare l’intera biblioteca di Babele, hackerare il conto corrente di tutto il corpo docente o filmare il prof. in classe per poi mettere il video in rete.

La scuola non serve a nulla è un viaggio tragicomico tra i paradossi della Scuola di ieri e della “Buona Scuola” di oggi, forse la peggiore riforma di tutta la storia repubblicana. Già messe malissimo ieri, nelle aule di oggi convivono antiche rigidità burocratiche e nuove follie kafkiane. Fa ridere? Sì, parecchio. Fa ridere solo gli addetti ai lavori? Assolutamente no: se siete o siete stati professori, studenti, genitori di studenti, nonni, zii, cugini, amici, conoscenti di professori o di studenti, allora, e solo allora, è la vostra storia. Perché se la scuola in macerie è la parabola più amara di un Paese allo sbando, l’unico riscatto possibile può arrivare dalla convinzione che nessuna riforma o burocrazia potrà seppellire (e nessuna tecnologia potrà sostituire) la relazione umana tra docente e studenti. La certezza che il docente, come ogni attore, è un soggetto vivo davanti ad altri soggetti vivi.

Fino alla sorprendente e inattesa scelta finale…

“Del film L’Attimo Fuggente con Robin Williams, tutti voi ricordate il professor Keating e la passione dei suoi innovativi metodi didattici. Nessuno ricorda mai che alla fine, a causa di quei metodi, il professore viene licenziato…”

SPETTACOLO SELEZIONATO PER IL BANDO “RIFUGIO D’ARTISTA 2016”

Nato nel 1980 a Copertino (LE), si è laureato nel 2004 con 110/110 in Lettere Moderne presso l’Università di Lecce con una tesi su “Ritratto di Signora nell’opera teatrale di Carmelo Bene”. Si è diplomato nel 2005 in Chitarra Classica presso il Conservatorio “N. Rota” di Monopoli, studiando con i docenti M. Felici e L. Micheli.

Ha pubblicato nel 2005 per Lupo Editore “Li Fatti ti Paese: bozzetti di vita a sud del sud”, raccolta di testi teatrali in vernacolo salentino. Alcune sue battute sono contenute nei libri “Le cicale 2006” e “Le cicale 2008”, di Gino & Michele, Kovalski Editore. Dal settembre 2015 è autore della rubrica “S-COOL!” per Smemoranda.it.

Ha partecipato dal 2003 al 2014 alla trasmissione “Zelig Off” di Canale 5 con il “Clerico Vagante”, “I mestieri più stupidi del mondo” e “Il Professore”. Con “Il Teatro senza Conflitto”, realizzato con Rubes, è approdato alle edizioni 2007 e 2008 di “Zelig Arcimboldi” su Canale 5, anche in qualità di autore di tutti i suoi testi. Ha vinto il Primo Premio assoluto al “Festival del Cabaret” di Aversa (2001) e il Premio della Critica al Festival del Cabaret “Città di Gallarate” (2003) e di Martina Franca (2011).

Ha conseguito il Diploma del Master triennale di specializzazione in Arte drammatica “SAT- La Scuola dopo il Teatro” 2005-2008 presso Akt-Zent (Berlino) e GITIS (Mosca), tenuta dal pedagogo russo Jurij Alschitz e nel 2010 quello presso la “Scuola Internazionale di Teatro-Kuniaki Ida (Milano). Inoltre si è formato con: CTKoreja, Jango Edwards, Emma Dante, Eugenio Allegri, Accademia “Paolo Grassi”, Paolo Rossi, Alfonso Santagata, Ecole Internationale “Jacques Lecoq” , The “Susan Batson Studio” (New York City).

E’ autore e interprete degli spettacoli comici “La Cosa Fissa” (2001), “Guasto” (2003), “Comedian” (2008, poi dal 2012 in tournèe anche a New York, Londra, Parigi, Amsterdam, Edimburgo); inoltre “Tuz & Bach” (2006), tratto da “Tre Sorelle”; “Poeti Folgorati, Reading su Luciano Folgore” (2007); “Ione” da Platone (2008); “Il Diavolo. Il sogno di Ivan Karamazov” (2008, finalista al Premio Calanchi, San Marino, 2009); “Miles Gloriosus: ovvero morire d’uranio impoverito”, (2011), sua prima pièce per il teatro, in scena anche al “Piccolo Teatro” di Milano, con cui ha vinto il Premio “Migliore Regia” al Festival Nazionale “Calandra” (2011) e il cui testo è stato pubblicato per “Scienza Express” con prefazione di Franca Rame; “Trovata una sega!” (2014), sulla vicenda dei “Falsi Modigliani” del 1984, che ha debuttato come finalista al Festival “Kilowatt 2014”, e in scena anch’esso al Piccolo Teatro Grassi in quanto selezionato nel Festival “Tramedautore 2015”; e infine “La scuola non serve a nulla!” (2016), selezionato per il premio “Rifugio d’artista 2016”

In teatro ha lavorato con Jurij Alschitz (“Tre Sorelle” 2005); Cantieri Teatrali Koreja (“Sei Personaggi in cerca d’autore”, 2002 e “Il sogno di una notte di mezza estate”, 2005); Gianpiero Borgia (“Ritratto di Signora” di C. Bene, 2005 e “Escaping Hamlet”, 2007); Teatro dei Filodrammatici (“Taglich Brot” di G. Danckwart, “Babel Taxi” di M. Kacimi, “Khamsoun” di J. Baccar); Democomica (“Che bella Milano”, 2010). Inoltre: Pali e Dispari (“Favelas”, 2006); Sergio Sgrilli (“Neuro”, 2006); Alessandro Fullin (“Il Riso è Manifesto: Serata di Cabaret Difficilissimo”, 2007); Rubes (“Copertino Barghe senza conflitto”, 2008), Formattart (“La Nave dei Folli”, 2012).

Nel 2012 realizza “Monty Python’s Night” con la compagnia “Democomica”, spettacolo di cui cura anche la regia, con cui si è aggiudicato il 2° premio al Festival nazionale per gruppi comici “Premio Gianni Palladino”. Inoltre fa parte, con Claudio Batta, Diego Parassole e altri, del gruppo “Comici Associati”.

Dal 2010 è anche docente in corsi sull’uso di tecniche teatrali a beneficio dei più diversi ambiti lavorativi: scuola, cantieri, centri sportivi.

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